Con questo numero la rivista si avvia a ritrovare la sua naturale periodicità. E’ stata dura recuperare due anni nell’arco di uno, ma ce l’abbiamo fatta e questo mi dà la giusta carica per affrontare il 2018 con più serenità e con rinnovata voglia di continuare.
Il numero si apre come di consueto con l’Editoriale, questa volta interamente dedicato al rilancio della proposta di candidare la zampogna, e più in generale gli aerofoni a sacco italiani, per l’iscrizione nella Lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Una proposta che il Circolo della Zampogna aveva già lanciato nel 2009 nel convegno organizzato a Scapoli, in occasione del Festival della zampogna di quell’anno, in collaborazione con ICHnet e con il patrocinio dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e il cui programma completo è riportato in calce all’editoriale stesso.
A seguire Antonio Bini traccia il profilo di Michele A. Jocca, autore dell’acquerello donato dall’artista al Circolo della Zampogna e riportato sulla copertina del numero.
Con il Censimento della zampogna (parte terza), chi scrive conclude la disamina degli esiti del settore archivistico della ricerca effettuata dal Circolo negli anni 1999-2000 nell’ambito del progetto “Vivere con la zampogna”.
Olga Ambrosanio, presidente della Onlus “Ulaia” organizzatrice dell’iniziativa, riferisce sul Tour “Cornamuse di Pace” effettuato nel mese di luglio 2017 dalla Sumoud Guirab, band di cornamuse composta da ragazzi e ragazze del campo profughi palestinesi di Burj al Shemali (Libano). Un tour che ha toccato 10 località del centro sud d’Italia tra cui Scapoli.
Prendendo spunto dalla visita a Scapoli organizzata dalla sezione di Italia Nostra di Vasto (Chieti), Roberto Murolo svolge alcune considerazioni sul patrimonio culturale immateriale e ci offre alcuni cammei della presenza della zampogna nella cittadina adriatica con un simpatico corollario di termini in vernacolo.
Nella rubrica Zampogne sul Pentagramma, Giuseppe “Spedino” Moffa presenta due brani per zampogna da lui composti e facenti parte del suo primo cd, auto prodotto nel 2007 e intitolato “Sei buoni motivi per suonare la zampogna”.
La rubrica Biblioteca è particolarmente ricca; infatti oltre agli due ultimi numeri della PdC e all’ultimo Anuario da Gaita presenta diversi volumi di grande interesse per quanti si interessano o amano la musica e la cultura popolare.
Riappare anche, dopo lunga assenza, la rubrica dedicata alle produzioni discografiche, ridenominata ”CD&DVD” nella quale sono recensiti n.6 cd pubblicati tra il 2014 e il 2017.
La consueta Miscellanea Zampognara di Mauro Gioielli conclude la prima parte della rivista, dedicata a temi riguardanti zampogne e cornamuse.
Nella seconda parte, più generalista, Bruno Grulli ci offre un saggio delle sue intense e approfondite ricerche sul ballo della Furlana in provincia di Reggio Emilia mentre Ettore Castagna ci porta alla scoperta della lira calabrese con un “saggio di fanta-etnografia d’invenzione”, come egli stesso lo definisce, ma dalle solide basi scientifiche e che si sviluppa e si legge come un avvincente racconto.
Chiudono il numero gli abstracts in inglese degli articoli per i quali la english version non è già presente a corredo del testo.
Antonietta Caccia, Presidente